Descrizione
Pacchetto offerta di 4 album dedicati alle pratiche legate al Sutra del Loto.
All’interno del CHANTING PACK troverete i seguenti CD:
- Chanting Daimoku
- Chanting Daimoku vol.2
- Chanting Gongyo of Lotus Sutra
- Sanskrit Dharani of Lotus Sutra
IL GONGYO
La pratica liturgica dei seguaci del Buddismo di Nichiren Daishonin viene generalmente svolta due volte al giorno (mattino e sera) di fronte all’altare, che può essere quello di un tempio o quello in casa propria (butsudan) – questa infatti è una pratica che è svolta sia dai laici che dai monaci.
Lo svolgimento del Gongyo, consiste nell’invocazione dei capitoli Hoben e Juryo del Sutra del Loto (che sono rispettivamente il secondo e sedicesimo capitolo). Insieme a questa invocazione, viene svolto anche il Daimoku, Nam Myoho Renge Kyo, considerata la pratica principale e più importante.
NAM MYOHO RENGE KYO
La pratica buddhista dell’invocazione Daimoku è ben nota e praticata in tutto il mondo dai seguaci del Buddhismo di Nichiren Daishonin. Questa pratica consiste nel cantare le parole Nam Myoho Renge Kyo come un mantra.
La pratica di Daimoku è nelle parole di Nichiren Daishonin, il bellissimo mezzo per rimuovere gli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri umani. Letteralmente è il titolo del Sutra del Loto, ma in realtà rappresenta l’intero contenuto di quel Sutra e dei grandi insegnamenti del Buddismo.
Nichiren Daishonin fu il primo ad invocare il Daimoku, Nam Myoho Renge Kyo?
DHARANI
Dharani è un termine sanscrito che indica un’espressione rituale simile a un mantra. La radice di questa significa “trattenere o mantenere”.
Il monaco buddista giapponese Kukai fece una distinzione tra dharani e mantra. Egli sosteneva che il mantra è limitato alla pratica esoterica buddhista, mentre il dharani si trova sia nel rituale esoterico sia in quello esoterico.
Kukai ha classificato i mantra come una classe dei dh?ra?? e ha sostenuto che ogni sillaba di un dhara?i era una manifestazione della vera natura della realtà – in termini buddisti, il vuoto o la natura del sé. Quindi, K?kai suggerisce che i dharani siano in effetti saturi di significato.